I Tassi dai De benedetti per Ugo

Siamo al 14 di marzo del 2010 e non so quante volte in pessimo aspetto ho scritto questo incipit del racconto della festa che è l’incontro con Ugo Fragapane per sentirlo parlar di musica.

Siamo molti, una trentina ma Rosanna ha trovato una sedia per ognuno e Ugo è sempre più simile ad un poeta biblico assorto sul suo sgabello al posto di manovra.
Enuncia con molta semplicità che per raccogliere le venti canzoni in gara per il Festival di SAN ROMOLO unica edizione ha ascoltato 450 composizioni coprendo un periodo che va dal ‘200 al’400.
Le ha scelte con amorosa cura e ora ce le propone con brevissime introduzioni e scheda per votarle.
Lento lavorio di comprensione da parte dell’uditorio decisamente perplesso e si comincia…
Come sempre con Ugo per quel che mi concerne l’incantesimo arriva subito. Dopo la prima, “Palestina Lied”un canto marziale tedesco fino allo stremo, forse crociato o così mi piace pensarlo minaccioso e triste ad un tempo, insomma bellissimo che è piaciuto a pochi perché troppo Werhmacht come ha sussurrato la Doni ma che io ho votato con il massimo, Ugo ha sgranato le altre diciannove con alterne vicende di successo.
Io la gente, anche la più amata come gli amici del Tasso, evidentemente la capisco poco perché l’altra canzone che mi ha rapito cioè adire la spagnola “Sañora Porfìa” uno struggente ma virile lamento del Moro archetipico che vede avvicinarsi le implacabili insegne cristiane nelle pianure spagnole. Moschee bruciate, minareti travolti e La Vergine Maria trionfante alla testa dei vincitori, ha lasciato tutti freddini.
La vittoria,coerentemente, è andata all’ultima canzone del ‘700 devo dire deliziosa con titolo inglese “To the Mountains” che, per dirla con una conduttrice del terzo programma RAI che sostiene di occuparsi di musica alle sei del mattino, ORECCHIEGGIAVA Mendelsshon. Il compositore era un benemerito Boemo.
Tutte le altre, si è capito subito, bastava sentirle per la seconda volta e amarle ,sempre nel mio modo eccessivo e inappellabile.
Comunque quello che conta è che Ugo è fresco come una rosa e che è nostro assoluto diritto aspettarsi da lui ulteriori e indicibili meraviglie.

Pina Salvatori

14 Marzo 2010

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